Quelli che vogliono ammazzare i testimoni della strage (Pino Cabras – Megachip )

 

13 gennaio 2009

L’incitazione è esplicita: uccidere un gruppo di persone, con nome e
cognome, abitudini e idee, appartenenze politiche e immagini facilmente
identificabili. Chiedono la collaborazione di delatori per completare
le liste con gli indirizzi. La schedatura è esplicitamente rivolta ai
militari, quelli israeliani, se non ci pensano altri killer, per
facilitarli nell’eliminazione fisica di "pericolosi" bersagli: i nemici
da colpire sono gli attivisti occidentali – infermieri e altri
volontari – che lavorano e sono testimoni di quanto succede nei
Territori occupati.

Tutto questo lo potete leggere in un sito web, gestito da un gruppo di estremisti, una sorta di Ku Klux Klan ebraico americano: Stop the ISM.
Può essere di interesse far notare che fra i bersagli c’è anche un
cittadino italiano, Vittorio Arrigoni, di cui abbiamo letto i toccanti reportage da Gaza.
Il tenutario del sito è Lee Kaplan. È uno dei tanti agitatori
fascisteggianti della pancia reazionaria americana, un coagulo che
ultimamente ha preso piede sia nell’ambito dei movimenti cristianisti,
sia nelle frange del fondamentalismo ebraico, ora uniti in un inedito
oltranzismo anti-islamico. In USA la saldatura fra questi ambienti si è
rafforzata, tanto che Kaplan talora ascende anche al salotto buono, si
fa per dire, dei talk show con la bava alla bocca, su Fox News. Ma si
rafforza soprattutto in Terrasanta. I fondamentalisti ebrei controllano
gli insediamenti coloniali più estremisti dei territori (come già si
leggeva in un libro di Israel Shahak e Norton Mezvinsky, Jewish fundamentalism in Israel,
London, Pluto Press, 1999). I fondamentalisti cristiani li appoggiano
per accelerare l’avvento dell’Armageddon, la lotta finale fra il Bene e
il Male, che proprio da quelle parti dovrà svolgersi. Forse per
portarsi un po’ di lavoro avanti, il signor Kaplan lascia briglia
sciolta al sito per sollecitare l’eliminazione di Arrigoni e altri. Non
senza profetizzare che il governo italiano non si preoccuperà più di
tanto se qualcuno provvederà all’auspicata «rimozione permanente» del
nostro connazionale. Lo ripetiamo: questi auspici criminali non
appaiono in un forum semiclandestino, ma in un sito accessibile gestito
da un noto personaggio pubblico.

Ora, dal momento che anche le forze armate israeliane non vogliono
testimoni nello scempio di Gaza, e il nostro mainstream si è subito
docilmente accodato rispettando il divieto, siccome l’unica voce ci
giunge da Arrigoni, in tal caso facciamo due più due e fiutiamo un
grosso pericolo. Abbiamo visto che lì non si va per il sottile, se già
vengono bombardati ospedali, ambulanze, scuole, e se si prende di mira
qualunque soccorso.

Mentre la conta dei morti ammazzati a Gaza si avvicina a quota mille,
accade una cosa singolare. Il cumulo di cadaveri non si può più
nascondere sotto un editoriale di Bernard-Henry Lévy, l’uso di armi
orrende – che un domani vedrete proibire – nemmeno. I giornali nostrani
cominciano timidamente a parlarne. Ma non in prima pagina e in
apertura, come abbiamo fatto già diversi giorni fa su questi schermi,
ma a pagina dieci e in taglio basso. Nascondere non si può. Ma diluire,
questo sì. E questo i nostri grandi organi di informazione lo fanno
benissimo. In attesa di chissà cosa, un successo politico militare, una
chimera, la fine di Hamas. A che prezzo? È in atto la censura più
sottile, ma questa sottigliezza non la salva dall’essere accostata alla
censura più violenta e più minacciosa, quella che vuole colpire chi
vuole salvare il popolo palestinese dalla sua distruzione.

Tanti intellettuali italiani indicano inorriditi il dito insanguinato
del Movimento di Resistenza Islamico (Hamas), ma non vedono la luna
desolata degli altri fondamentalismi che egemonizzano sempre di più la
classe dirigente israeliana. L’idea che le forze armate israeliane
difendano i Lumi contro la barbarie è un ideologismo foriero di
tragedie, dal quale è bene liberarsi con un’operazione onesta di
ricognizione storica e politica della memoria mediorientale. Il
racconto di quel che accade ora è un passo fondamentale, con tutti i
testimoni da rispettare.





:: Article nr. s9072 sent on 13-jan-2008 08:20 ECT

www.uruknet.info?p=s9072

Link: www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=8532

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